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I boschi e le foreste

Boschi della Val Grigna

I boschi costituiscono il 54% del territorio della Foresta regionale Val Grigna e sono costituiti fondamentalmente da fustaie di conifere: l’abete rosso prevale nei boschi situati nella Val Grigna propriamente detta e nella porzione inferiore della Val Gabbia, mentre alle quote superiori, nelle zone più aspre e rocciose, la specie più rappresentativa è il larice. Questo è ampiamente diffuso anche nella porzione più occidentale della foresta, nelle Valli dell’Orso, di Rosello e Val di Frà, dove forma boschi radi, in parte di recente insediamento alternati ad aree pascolive.

Nelle zone meno accessibili, come i ripidi versanti dell’alta Valle dell’Inferno, è possibile osservare ancora vivi o sradicati dalle intemperie, alcuni alberi di dimensioni monumentali. Sopra ai 1.700 metri i versanti più ombrosi e umidi come quelli che sovrastano l’alpe Rosello o la malga Val Bresciana, sono colonizzati da cespuglieti di ontano verde, mentre in quelli più soleggiati, al larice si associa il pino mugo dal portamento cespuglioso.

Il bosco è stato in passato la fondamentale risorsa energetica per le attività estrattive e siderurgiche dell’area. Sino ai primi decenni del ‘900 gran parte della produzione legnosa veniva trasformata in carbone, come testimoniano le numerose aie carbonili (ajali) tuttora facilmente visibili. Il legname migliore veniva trasportato in segheria mediante i cavalli e nel secolo scorso, fino agli anni Cinquanta, con una lunghissima teleferica che dalla Val Gabbia e dalla Valle di Campolungo, giungeva fino a Bienno. Oggi la Foresta Regionale è costituita per lo più da boschi relativamente giovani, coetanei e monospecifici con una consistenza stimata in oltre 100.000 metri cubi di legname. Il piano di assestamento che ne regola la gestione prevede la possibilità di tagliare circa 4.000 metri cubi di legname nel quindicennio 2009 -2023, utilizzando così una minima parte della produzione legnosa annua.

Di fatto, a causa dello scarso di valore economico del prodotto legnoso posto in luoghi che comportano elevati costi per l’esbosco, da parecchi anni che non vengono effettuati tagli significativi ed il bosco, non più regolarmente rinnovato, si sta avviando verso una situazione di difficile gestione.


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