La gestione della fauna selvatica, una delle funzioni recentemente passate in capo dalle Provincie alla Regione, deve essere legata una visione che sappia cogliere le complessità che lega una specie al suo habitat e alle attività dell’uomo sul territorio.
Nel tradurre localmente l’obiettivo della salvaguardia della biodiversità, oggi universalmente riconosciuto e condiviso, un ruolo primario è svolto dalla pianificazione e programmazione faunistico venatoria, che si attua mediante piani a scala provinciale.
Nella Foresta regionale Val Grigna, nucleo centrale dell’area vasta, vige il divieto di caccia e negli ultimi anni si riscontra un sensibile arricchimento in termini numerici degli ungulati presenti (camoscio, cervo e capriolo). Non manca il cinghiale i cui effetti dannosi sono più marcati nelle aree esterne, mediamente a quote inferiori. Assai significativa è anche la presenza dei galliformi alpini.