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Cultura e tradizioni

Quello della Val Grigna  è un territorio frequentato e abitato dall’uomo fin dall’antichità; del resto è noto che gli insediamenti preistorici si collocavano prevalentemente in aree montane, mentre i fondovalle e le pianure sono state occupate solo in epoche successive. Questo settore montuoso doveva però essere particolarmente frequentato, in virtù della sua posizione nodale, posto com’era lungo le vie di transito e commercio tra la Val Trompia, la Val Sabbia e la Valle Camonica.

Insediamenti mesolitici sono stati individuati tanto all’interno della proprietà regionale (Passo del Crestoso – alta valle di Stabil Fiorito, in Comune di Bovegno) che nelle sue immediate vicinanze (importante insediamento dei Laghi di Ravenola, in testata alla Val Grigna in Comune di Collio). In questi siti sono state rinvenute stazioni di lavorazione della selce, materiale di base per la produzione di manufatti impiegati nella vita quotidiana delle antiche popolazioni che d’estate popolavano queste montagne insieme alle mandrie, per poi svernare sul fondovalle camuno o giudicariense.

In epoche successive, nell’Età del Rame – circa 800 anni a.C. – l’area della Val Grigna venne interessata da imponenti attività estrattive. La miniera di rame di Campolungo è una delle più antiche tra quelle conosciute nell’arco alpino. Alle “bocche” e alle porzioni esplorate, agli impianti di lavaggio e siti di frantumazione individuati si presume corrisponda un vasto complesso sotterraneo ancora sconosciuto che l’Università di Bergamo sta cercando di mettere in evidenza attraverso sofisticati sistemi di indagine.

In località Piazzalunga, in comune di Berzo Inferiore, sono note invece miniere di ferro di periodo posteriore. Questa attività estrattiva durata secoli, se non millenni, fa supporre una altrettanto attiva produzione forestale, in quanto la carbonizzazione della legna era alla base dell’ottenimento del combustibile indispensabile ai processi termici e chimici, in sintesi metallurgici, che stavano alla base dell’estrazione dei metalli. La fiorente industria del ferro che ancora oggi, seppur attività di nicchia giustamente rivalutata a livello storico-culturale, è presente nella cosiddetta “Valle dei magli” posta ai piedi della foresta Val Grigna, è testimonianza giunta fino a noi dell’importante attività economica sviluppatasi in passato su questi monti.

Nell’adiacente Val Trompia, in zone limitrofe all’Area Vasta Val Grigna le attività estrattive di minerali ferrosi sono state particolarmente significative per l’economia locale, con una ripresa nella seconda metà dell’ottocento, quando in valle erano attive 25 miniere e si sono concluse nella seconda metà del secolo scorso.

Più recente lo sviluppo della zootecnia montana, attraverso la pratica dell’alpeggio e delle strutture ad esso funzionali. La distribuzione degli edifici d’alpe così come si presenta oggi è frutto della ri-colonizzazione della montagna avvenuta a partire dal XVII secolo.

Nel territorio dell’Area Vasta Val Grigna sono presenti infatti un centinaio di fabbricati rurali, importanti testimonianze anche dal punto di vista architettonico della presenza dell’uomo nelle terre alte.

La malga Silter di Gianico, che non più utilizzata come stazione d’alpeggio versava in grave stato di abbandono è stata oggetto di un accurato restauro conservativo e dal 2013 adibita a “centro di interpretazione delle attività di alpeggio”.

In una delle località più panoramiche della bassa Valle Camonica, sulla sommità del monte che sovrasta Berzo Inf. si erge la piccola chiesetta romanica di San Glisente,  con la piccola affascinante cripta che lo ospitò come eremita e fu il primo sacrario delle sue spoglie mortali.

Per saperne di più:

https://www.montagnedivalgrigna.it/wp-content/files_mf/librosanglisentedefinitivocorretto25.pdf

 

 


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